top of page

Veganesimo: opinioni fuori dal gregge

INTERVISTA A Fabio Bersani, Presidente di A.P.I.D.A di Rozzano (MI), di Daniela Macchi.



1. Cosa significa essere vegani oggi, e quali sono le spinte motivazionali per diventarlo?

Significa rifiutare completamente sia i prodotti animali e derivati (latte, ecc) sia lo sfruttamento dovuto al commercio delle pelli per abbigliamento e accessori, sia la sperimentazione animale, dato che , come si sa, i farmaci prevedono una prima fase di sperimentazione sugli animali prima di passare con dei protocolli sull’essere umano e questa è una pratica particolarmente odiosa e infernale: gli animali infatti vengono sottoposti a numerose e cruenti sofferenze. Per quanto riguarda l’ambito ‘divertimento’, vale a dire attività come il circo, le corride, le corse dei cani, il palio, le sagre, ecc, anche queste vengono sistematicamente evitate e messe al bando.

Poi ci sono anche i vegani che hanno scelto questo stile di vita per ragioni salutistiche; ci sono infatti diverse teorie che sostengono che i cibi di origine vegetale (frutta, verdure, cereali, legumi e semi oleosi) favoriscono la salute, ma queste sono motivazioni secondarie. Generalmente una vota diventati vegani per ragioni etiche e di sostenibilità, non si torna indietro.

2. Come pensi che tale scelta possa incidere anche sulla preservazione ambientale?

Questa scelta è fondamentale perché l’alimentazione vegana impatta molto meno sull’ambiente, pensiamo solo al cibo dei bestiami che si nutrono di fieno e granaglie per cui enormi appezzamenti di terreno vengono coltivati per soddisfare le loro esigenze, sottraendo quindi risorse importanti destinate all’uomo e facilitano anche la deforestazione. Pensiamo al consumo di acqua: 1 Kg di carne equivale a circa 15/16 kg di alimenti vegetali, un dato che parla da sé… non dimentichiamoci anche delle deiezioni animali che non vengono più usate come fertilizzante, ma spesso scaricate e fatte sparire in corsi di acqua, danneggiando così gl ecosistemi acquatici e le zone umide.

Ricordiamoci che la scelta individuale però purtroppo conta poco, il veganesimo ha senso se inserito in un contesto molto più ampio; la nostra società è basata sul profitto e sul capitalismo che senza grosse modifiche, non viene neppure scalfita dalla scelta di pochi nei confronti della propria alimentazione.

3. Come si può provare a fare ‘proselitismo’? ammesso a questo punto che lo consideri utile e auspicabile

Forse la parola proselitismo non è la più corretta; la situazione degli animali non umani attualmente è disastrosa, è un bene che l’informazione divulghi questa situazione terribile, però, come dicevo, questa denuncia, nella nostra società attuale viene assorbita quasi immediatamente perché il nostro modo di viver è così radicato e influenzato dalle scelte economiche e politiche troppo spesso orientate ad uno sviluppo insostenibile e sfrenato, senza regole, e questi argomenti non vengono presi in considerazione in modo serio, e se lo sono, rimangono confinati in spazi molto ristretti, e, anzi il sistema costituito risponde furbescamente alle esigenze dei vegani, blandendoli. A momento il messaggio insito nello stile di vita vegano non sembra inserirsi in modo dirompente nella nostra società, ahimé.

4. Puoi fornire della bibliografia utile per chi ancora tentenna, o si sta avvicinando al vegan esimo e vuole farsi un’idea precisa in merito?

Certo, consiglierei 2 testi di scorrevole lettura: il primo è “Se niente importa” di J. S. Foer, uno scrittore statunitense che ha scritto questo libro e altri, ed è molto interessante; il secondo è “ Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche” di Melanie Joy, una psicologa che propone delle chiavi di lettura psicologiche appunto, applicate al nostro comportamento nei confronti degli animali e della vita. Poi ci sono altri innumerevoli testi che però richiedono una maggiore attenzione nella lettura, cito tra questi solo “Liberazione animale” del filosofo Peter Singer.

5. Quanto conta, a tuo avviso, la denuncia dei maltrattamenti degli animali e dello scempio del territorio (acque inquinate, deforestazione, produzione di Co2, ecc) nella risoluzione al veganesimo o “nulla importa” (cit da Foer)

Sicuramente la denuncia è un MUST, però, purtroppo, come già accennato, questa rientra velocemente e viene riassorbita, ad esempio l’Associazione Essere Animali è riuscita ad entrare nei mattatoi e nei macelli di carne filmando scene orribili e devastanti e questi servizi si sono visti più volte, anche in TV sui maggiori canali televisivi come Rai 1 o Rai3, però poco si muove. Finché gli schemi e i paradigmi su cui si fonda la società in cui viviamo non cambieranno alla base, non ci sarà una vera soluzione. Un altro esempio eclatante di come si fatichi a cambiare se non c’è una spinta dal basso (la gente) o dall’alto (le istituzioni), è stato il recente lockdown. Si credeva, infatti, che questo periodo di sospensione avrebbe portato a una maggiore consapevolezza nei confronti del mondo della natura e degli animali, di cui noi facciamo parte, invece, una volta conclusa la fase peggiore, la gente si è precipitata a fare tutto come e peggio di prima e in maniera ancora più accelerata…

6. Il veganesimo è un fine o un mezzo per ottenere la liberazione animale e un mondo con meno sofferenza?

Io credo che la cosa necessaria e assolutamente IMPERATIVA, sempre che vogliamo sopravvivere su questo pianeta insieme agli amici animali e ad una natura accogliente, sia la sconfitta dell’antropocentrismo, cioè quella balzana idea che ritiene che l’Uomo sia il centro dell’Universo; questo è stato sconfessato secoli fa dal punto di vista astronomico da Galileo e Keplero, che capirono che la Terra si muove intorno ad una stella in una galassia sterminata all’interno a sua volta, di un sistema di galassie sconosciuto e immenso, e solo questo riduce la figura umana ad un puntino infinitesimale e insignificante; ricordo anche la teoria dell’Evoluzione di Darwin, che dimostrò che l’essere umano è un animale, noi umani siamo ‘meticci’, siamo pezzi di animali anche se ci consideriamo completamente diversi e superiori.

Con la parola animale siamo soliti mettere in un sacco la pulce e il gorilla, e tutte le altre speci diverse, e lo chiudiamo, e in questo sacco noi non ci vogliamo entrare…. Ecco questi sono errori madornali da ribaltare completamente.

Dovremmo riconoscere invece che la nostra esistenza è solo una piccola parte di tutto ciò che vive e che siamo solo funzionali alla leggi naturali, non siamo i dominatori, i padroni, e questo ruolo che rivestiamo e che ci siamo prepotentemente arrogati da troppo tempo è finito,si è esaurito. Finchè non capiremo realmente questo, continuando a distruggere, depauperare, e sfruttare le altre speci animali, le foreste, i suoli, la natura, non andremo da nessuna parte e presto distruggeremo anche la nostra specie, così facendo.

È solo questione di tempo.

Il messaggio finale che mi sento di dare è che al più presto dovremmo trovare il modo di vivere in armonia tra di noi e con ciò che ci circonda, è un messaggio di speranza, spero non suoni troppo “francescano” o risuoni come un motto dei rivoluzionari anni ’60…. Semplicemente, invito solo ad una riflessione sincera.

Grazie, e GoVegan!

98 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page