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Turisti (non) per caso della Milano di domani

Aggiornamento: 19 giu 2020

Europa Verde – Verdi di Milano





A cura di

Daniela Macchi

Francesca Allolio

Leandro Pessina

Mara Pogliani

Quella che ci attende sarà l’estate più insolita dai tempi del Dopoguerra: distanze e dispositivi di sicurezza, limitazioni agli spostamenti e alle aggregazioni. Tutto questo contribuirà a far parlare del 2020 come l’anno nero per il turismo tradizionale, forse l’anno della fine del turismo di massa come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.

Eppure, la storia del turismo ci parla di resilienza, e dalla resilienza si dovrà ripartire.

Questa vera e propria industria – che nel nostro paese muove ogni anno circa €23 mld (CUOA Business School, 2019) –

si trova davanti a un’enorme sfida di adattamento e rinnovamento per far fronte alle condizioni avverse subentrate a seguito della pandemia, con la quale dovremo imparare a convivere.

Il turismo non ha altra scelta, deve saper essere resiliente, e le istituzioni, per preservare quello che ormai è considerato a tutti gli effetti un diritto fondamentale dell’uomo (quello di “viaggiare”), si troveranno da un lato legalmente obbligate a imporre limiti al turismo convenzionale e dall’altro, si auspica, saranno doverosamente impegnate a promuovere modi alternativi e nuovi per il settore che ha sulle spalle il tempo libero, la necessità di riposo, il senso creativo e la cultura della società.

Le mosse dell’industria turistica: “più lentamente, più in profondità, con più dolcezza” (Alex Langer)

L’unica via per far fronte a questa situazione e prepararsi ai prossimi mesi in modo propositivo è pensare in termini innovativi, riuscire a ideare proposte in grado di coniugare un minimo spostamento fisico, sostenibilità economica e responsabilità socio-ambientale con le esigenze sanitarie vigenti.

Di fronte agli stretti paletti imposti da questo nuovo scenario il turismo non rimane senza risorse anzi, trova non una, ma diverse nuove chiavi di lettura, le quali possono essere fatte convergere sotto tre macro-forme di turismo: “lento”, “alternativo”, “esperienziale”.

Questi innovative – ma non troppo - tipologie di attività turistica oggi potrebbero diventare la premessa di una nuova industria turistica, diversa nelle modalità, migliore nei contenuti.

Da anni ormai si parla di “lentezza” nel settore: turismo slow, slow food, tutte espressioni in alternativa e in contrapposizione alla frenesia e allo stress ricorrente, specie nelle aree urbane, schierandosi a favore del vero contatto con la qualità della vita, del vero cibo, della natura e del nostro interagire con essa.

Si tratta esattamente dell’esatto contrario del turismo “mordi e fuggi”, tipico dell’uomo d’affari, che fuori sede si concede magari solo qualche visita museale o nei dintorni cittadini.

Si parla anche di turismo consapevole e responsabile: consapevolezza sociale e ricerca del piacere attraverso attività rispettose dell’ambiente naturale e sociale, colmando però le proprie richieste e curiosità culturali.

Il turista in questione chiede strutture a basso impatto ambientale, attenzione alla comunità e ama degustare prodotti tipici a km zero (Assocciazione Slow Tourism = movimento internazionale senza fini di lucro).

A seguire, i vantaggi di questo tipo di turismo fortemente caldeggiato in ogni situazione, ma nella fattispecie, proprio ora, in un momento di difficoltà negli spostamenti e di bisogno di sicurezza sul territorio:

· Toccare con mano, conoscere realmente l’ambiente ospitante apprezzando gli aspetti culturali ed enogastronomici del luogo (cultura)

· Ottenere un passport slow con cui usufruire di scontistiche e offerte presso le strutture affiliate

· Recuperare il senso di comunione con l’ambiente e la comunità locale, così che la vacanza non sia solo svago, ma anche un momento esperienziale

· Poter partecipare alla scoperta di mete insolite e fuori dai soliti circuiti classici, sia a piedi che in bici, e non necessariamente lontane da casa (dimensione sportiva e di curiosità)

· Garantire il riposo, in un ambiente rilassante, silenzioso, aperto.

(riposo)

Questi vantaggi per il turista si traducono in indotti positivi per la popolazione autoctona e il suo tessuto socio-culturale, così come per l’ambiente, non solo esposto in vetrina ma percorso e vissuto.

È possibile questo tipo di approccio al turismo nell’immediato futuro e nella convivenza con la situazione sanitaria attuale? La nostra considerazione è sintetizzabile come a seguire.

La limitazione dei movimenti, dover mantenere la distanza e probabilmente le frontiere ancora chiuse ci permetteranno di scegliere mete diverse, prossime magari alla propria abitazione, e ciò che perderemo in termini di distanze lo recupereremo i termini di “profondità” dell’esperienza: nulla sarà tolto agli aspetti culturali, naturalistici, divertenti delle nostre vacanze, che anzi si potranno arricchire di un contatto umano ed ecologico diverso nei confronti dei nostri ospiti, così accrescendo la consapevolezza del nostro territorio per imparare a rispettarlo, amarlo senza impattare in modo prepotente , mostrando che esiste una risposta possibile all’ abituale approccio di “collezionismo” di posti visti e visitati.

Alcuni casi studio su Milano: trekking urbano, turismo digitale, cicloturismo

· TREKKING URBANO

Su Milano si possono ipotizzare escursioni guidate a piedi (o in bici) sulla Martesana e sui Navigli ricollegandosi ai tempi antichi e all’aspetto fluviale/navigabile della città, a cui si aggiungono gli aspetti curiosi dei vari quartieri, di cui Milano è ricchissima.

La parte innovativa sta nell’emancipazione delle aree della città prima escluse dai flussi turistici: si citano come esemplari le case chiuse di Brera, i murales della zona Ortica, la montagnetta di QT8 e il Giardino dei Giusti, visite al Bosco in città e ai suoi orti comuni, privilegiare i presidi FAI dei dintorni oltre che i soliti musei della città e ovviamente la Veneranda fabbrica del DOM. Come si potrebbero poi dimenticare i fontanili, i grandi parchi come Parco Sud e tutti gli altri luoghi bellissimi e segreti della città. La lista sarebbe veramente molto lunga e nella previsione di un turismo essenzialmente domestico il settore può guardare ora a queste tante aree come ad un’occasione di rilancio.

Sintetizzando i vantaggi:

1. Rispetto delle norme sanitarie: turismo di prossimità, ipoteticamente anche nel proprio quartiere, organizzato in piccoli gruppi

2. Stimolo al tessuto economico della città e dell’area in questione: circolazione dei turisti in zone e in esercizi commerciali prima esclusi dai grandi circuiti

3. Permette di pensare ad obiettivi come il coinvolgimento intergenerazionale ossia l’affiancamento a guide e accompagnatori di persone del quartiere con un bagaglio di esperienza e conoscenza tale da offrire un’esperienza più profonda, uno storytelling dal vivo. Gli anziani possono essere i perfetti protagonisti di questo ruolo.

4. Sostenibilità e consapevolezza ambientale: al di là dei minori spostamenti, conoscere la propria città, i suoi angoli, le sue memorie, i suoi parchi, i suoi giardini, le sue strade, comporta un maggiore rispetto, affetto e tutela verso questa.

· CICLOTURISMO

Attività che prevedono di per sé individualità e distanza di sicurezza potranno essere senza dubbio promosse con maggiore facilità. Il cicloturismo, ad esempio, potrà passare dell’essere un’emergente forma di turismo, ad una delle più consolidate, in quanto permette di:

- Riscoprire il territorio, nel nostro caso milanese e lombardo, rispettando le possibili limitazioni a livello regionale con cui potremmo dover convivere

- Muoversi in maniera salutare e a emissioni 0, seguendo tutte le eventuali direttive sul distanziamento sociale

- Portare liquidità dirette nei luoghi interessati dall’attività

- Coniugare tempo libero, attività fisica e riscoperta non solo ambientale ma anche culturale.

Sarebbe inoltre possibile, a partire dal cicloturismo, riuscire a integrare questa attività con locali appuntamenti enogastronomici e/o musicali, dedicati alla danza, capaci di esprimere il senso del luogo oggetto di visita e di integrare un’esperienza sicuramente bizzarra ma unica.

Il connubio enogastronomico in particolare si è dimostrato particolarmente di tendenza negli ultimi anni e le sue modalità di fruizione (vedi le degustazioni su prenotazione) sono anch’esse facilmente adattabili all’attuale situazione.

Tornando al cicloturismo, si menziona anche l’opportunità data dalle nuove piste ciclabili in via di allestimento, con l’aspettativa che i km previsti siano adattati ai numeri europei, di gran lunga maggiori.

Lo sharing è un altro servizio utile alla causa, nonché un’altra forma di integrazione di offerta se si pensa a circuiti proposti utilizzando tali mezzi. In quest’ottica sarebbe ottimale al lancio delle iniziative l’eliminazione di un limite massimo di bike sharing (attualmente 16.000) e la diffusione di una mappatura delle piste ciclabili per una più desiderabile fruizione.

· TURISMO DIGITALE

Quando si tratta di eventi artistici, conferenze, fiere e saloni di esposizione che rappresentano delle opportunità irripetibili per la creazione di relazioni umane, anche di stampo internazionale soprattutto in questo periodo, ecco che il web ci può correre in aiuto, oggi più che mai.

Partecipare ad eventi virtuali può sembrare alla stregua di una rivoluzione copernicana, ma in realtà non è un’attività tanto distante dalle azioni che compiamo quotidianamente online. Quando guardiamo le dirette streaming di persone che seguiamo su Instagram, ad esempio, stiamo partecipando ad un evento in live insieme ad altri utenti.

Anche se, in quel momento ci troviamo da soli, seduti comodamente sul divano, in realtà stiamo facendo parte di un ampio pubblico che partecipa ad un’attività comune e ne gode in compagnia.

Il comportamento inerentemente alla partecipazione delle persone è mutato moltissimo grazie al continuo progresso tecnologico.

L'uomo postmoderno ha bisogno di poter usufruire di contenuti dal forte potere comunicativo, che riescano a mantenere alta l’attenzione e la curiosità. In questo contesto sempre più veloce ed esigente, sta emergendo anche un sempre più forte bisogno di libertà e personalizzazione.

L'evento artistico, modello Tokyo è proprio questo: intuitività, modernità, accessibilità, tecnologia e stimola la curiosità con un conseguente innalzamento della soglia dell'attenzione.

Questo modello cosa offre: un evento in grado di adattarsi alla personalità delle persone che preveda la possibilità di adattarsi alle tempistiche dell’individuo. Ed è questa la reale forza, la dinamicità.

Garantire questa alternativa in questo momento di incertezza si rivela essere una necessità.

Creare degli eventi digitali, che siano fruibili da un device, senza la necessità di doversi spostare, comporta ottenere una serie di vantaggi di tipo:

· Organizzativo: sostituendo gli eventi turistici artistici ed anche culturali concreti con quelli virtuali.

· Di audience raggiunta: nelle piattaforme mediatiche non esistono limiti di accoglienza e la distanza geografica è annullata, permettendoti così di raggiungere un numero illimitato di individui, in qualsiasi parte del globo. Si aggiunge la maggiore accessibilità economica in quanto i costi saranno ridotti, e le eventuali tariffe di partecipazione di conseguenza. Questo permetterebbe ad un target sempre più ampio e diversificato di accedere al contenuto degli eventi, nonché al patrimonio creativo e culturale, scientifico e tecnologico, e così via.

· Climatico: un evento digitale dona alle persone interessate la possibilità di non doversi spostare per parteciparvi, questo significa ridurre di molto gli spostamenti riuscendo in questo modo a garantire anche un basso impatto ambientale.

Ecco un elenco di elementi base che possono far riflettere su questo tipo di azione turistica:

· Gli ospiti potranno interagire tra loro senza mai toccarsi (distanziamento sociale)

· Le aziende e gli artisti non possono smettere di comunicare. Ora più che mai è importante veicolare messaggi di coesione e l'arte può fare da traino in questo, oltre che offrire compagnia e supporto psicologico in un momento difficile

· Nasce una nuova esigenza, anche se “da casa”, quella di continuare a viaggiare e relazionarsi: il turismo virtuale, gli eventi, le conference web label possono essere una risposta.

· La convivenza con il virus comporterà l’utilizzo di spazi diversi, più grandi e diversamente strutturati. Anche per questo è importante farsi trovare pronti nel saper sfruttare la tecnologia.

· Con questo sistema si dà la possibilità di uno svolta nel modo di apprendere: raccontare attraverso l'arte e non, storie nuove, ponendo direttamente al centro dell'esperienza le relazioni umane.

· Convegni scientifici, meeting aziendali, convention periodiche, conferenze, presentazioni di prodotti & servizi, esposizioni, formazione. Anche tutto questo è turismo, e anche questo deve essere valutato e sostenuto per una visione a tutto tondo.

In sostanza, la comunicazione sarà la forma di sostentamento in assoluto più importante per questa fase 2. Digital pr e social media già erano elementi importanti per l'azione turistica e non, ora lo saranno ancora di più ed è su questo che bisogna puntare se si vuole raggiungere la popolazione, pur sempre rimanendo a distanza.

Considerazioni finali

Quelli descritti nel documento sono alcune delle proposte applicabili nella città di Milano così come in tutte le altre realtà più o meno a vocazione turistica, in funzione del fatto che non prevedono nuove infrastrutture o grossi investimenti di denaro, non necessitano di grandi operatori del settore a controllo esclusivo dei flussi.

Queste tipologie di turismo rispecchiano perfettamente lo slogan che si è diffuso in diversi ambienti in questo momento storico: non lascia indietro nessuno. La risorsa alla base dell’attrazione turistica esercitata è la storia stessa del luogo, i suoi residenti che lo riscoprono, l’ambiente naturale in cui è inserito con tutte le tradizioni e gli esercizi commerciali più o meno piccoli che vi si sono insediati.

È un turismo “diffuso”, perché con protagonisti tutti i luoghi turistici che decidono di promuoversi come tali; è un turismo “sicuro” perché non necessita grandi sforzi per rispettare le norme sanitarie; è un turismo “sostenibile e consapevole” perché attento e lento. È un turismo possibile.

Perché quest’ultima affermazione sia vera e spendibile è necessario e urgente che le istituzioni competenti appoggino, supportino e soprattutto incentivino gli operatori che decidono di rimettersi in gioco:

1. fornendo assistenza e guida ai fondi esistenti, tra cui quelli europei ;

2. istituendo un ulteriore fondo specifico e comunale per coloro che offrono proposte di turismo conformi a determinati canoni (cicloturismo, circuiti turistici cittadini, ecc) ;

3. coordinando le operazioni di promozione e pubblicità delle varie iniziative in modo da creare un nuovo brand « Milano », come destinazione integrata e inclusiva di tutte le sue sfaccettture, stavolta ;

4. offrendo percorsi di aggiornamento gratuiti agli operatori su temi ora divenuti essenziali : norme sanitarie, uso della tecnologia, geografia urbana e regionale ;

5. rafforzando il ruolo degli APT (Azienda di Promozione Turistica) : da semplici punti di informazione – ormai decadenti in tale funzione – siano riadattati secondo le necessità di questa situazione. Gli APT possono diventare i punti nevralgici di diulgazione delle norme da rispettare da parte del turista ma anche degli operatori stessi, una figura di mediazione specializzata nella questione della sicurezza e della prevenzione sanitaria ;

Il turismo è un settore che ha sempre portato occupazione, ricchezza, dinamismo alle nostre città e ai nostri territori, ora sono i territori e le istituzioni delle città come Milano a dover portare qualcosa al turismo, un fermo e concreto sostegno.

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