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Ambientalismo bene comune

Aggiornamento: 19 giu 2020


Claudio Monnini Comunicazione Verdi di Milano





Chi ha capito cosa c'entri il Covid con la crisi ambientale, coi modelli di consumo, con l'economia lineare, con l'inquinamento e col riscaldamento globale, chi sa unire i puntini e vedere la figura del "mostro", costoro, gli ambientalisti, gli scienziati, gli attivisti, tra cui mi metto anch'io, hanno una responsabilità. Avere il quadro ma tenerselo per sé e per gli amici non migliorerà il futuro di tutti. Usare questa conoscenza solo per protestare, per alzare il dito sulle cose fatte male, è un vecchio lusso che l'ambientalismo non può più permettersi. Chi ha capito, chi ha gli strumenti, ha una responsabilità: rendere questa consapevolezza patrimonio di tutti: lavoratori, casalinghe, genitori, studenti, professionisti... tutte le persone che fino a due mesi fa hanno continuato a dare per scontato quello che hanno avuto per anni, non avendo idea del collasso cui stavamo andando incontro. Queste persone devono avere una prospettiva DESIDERABILE di cambiamento, un cambiamento necessario e inevitabile. Tutti vogliamo un futuro possibile e magari migliore del presente. Possiamo averlo, costruirlo, ma bisogna sapere come stanno le cose, che il benessere è stare bene, non avere cose, che la Terra è un mini-appartamento in cui siamo in quarantena da sempre, ma è anche il migliore dei mondi, l'unico possibile, sapere che la felicità delle persone non coincide con i profitti di 26 multinazionali che sono ricche come tre miliardi e mezzo di persone, che è giusto arrivare a fine mese ma anche farci arrivare domani i nostri figli. E' arrivato il momento di far sapere che ora serve la ripresa ma con una sterzata, perché dritto avanti a noi c'è un baratro. Cominciamo.




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