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Nella #MilanoCheVorrei le auto saranno degli ospiti indesiderati.

Aggiornamento: 19 giu 2020

Andrea Bonessa Co-Portavoce dei Verdi - Europa Verde di Milano





Il progressivo ritorno alla normalità ci imporrà, per un lungo periodo, il distanziamento che spingerà moltissimi cittadini metropolitani, anche singolarmente, a circolare con la propria automobile. Ma, paradossalmente, è proprio grazie agli effetti di questa pandemia che potremo attuare dei cambiamenti radicali e permanenti che scongiurino gli effetti dell’ipotizzato aumento di 750.000 mezzi circolanti in città e diventino la base per una reale trasformazione della mobilità urbana.

In una prima fase, appena le attività cittadine riprenderanno, dovremo sviluppare: 1) L’incremento dei mezzi ma soprattutto della frequenza dei mezzi pubblici, di tutta la città metropolitana, quindi Atm e Trenord, per servire, distanziati e in sicurezza, il maggior numero di cittadini. Un aumento del patrimonio di mezzi e strutture che ridurrà al minimo il previsto impatto dell’invasione di auto anche grazie a una diversa programmazione e sfalsamento dei tempi di lavoro e degli orari per le diverse attività cittadine. 2) L’aumento sostanzialmente della la rete ciclabile, adottando subito la proposta che Paolo Pinzuti presenta in questo articolo dove ci indica che: “L’unica soluzione plausibile in questo momento è controbilanciare l’esodo dal TPL con la creazione di una rete ciclabile di emergenza da realizzare in una settimana o poco più attraverso interventi specifici a bassissimo costo su strade di rilievo strategico per connettere le periferie con i poli attrattori, con i parcheggi di interscambio e questi tra loro. La rete d’emergenza dovrà essere ricavata da corsie separate su strade di viabilità principale, da strade di viabilità secondarie da declassare limitandone l’accesso motorizzato ai soli residenti e frontisti e da un uso estensivo dei controviali.” Una rete che verrà mantenuta anche superata l’attuale emergenza sanitaria diventando permanente 3) L’eliminazione del limite di 16.000 biciclette in sharing stabilito nell’ultimo bando del Comune di Milano incentivando invece tutte le società private ad aumentare l’offerta di mezzi a posteggio libero fino al numero massimo secondo le loro disponibilità 4) L’ampliamento dell’offerta di biciclette Bike Mi con l’installazione di stalli nelle zone più periferiche ma soprattutto in prossimità di tutte le stazioni ferroviarie, i capolinea dei trasporti di superficie e le stazioni della metropolitana. 5) La previsione della gratuità del servizio di bike sharing privato e pubblico (ATM) per tutto il periodo di emergenza sanitaria. 6) La realizzazione di parcheggi per biciclette, presidiati, in corrispondenza delle stazioni ferroviarie e delle principali stazioni metropolitane, anche a fronte di un minimo contributo, ma necessari a garantire la sicurezza delle biciclette dei cittadini. 7) Il completo intervento di manutenzione delle strade milanesi anche con decise sostituzioni delle tipologie di manto stradale che consideri come prioritarie le esigenze della ciclabilità. 8) La velocizzazione della mobilità rendendo più brevi tutti i percorsi di collegamento cittadino, eliminando inutili divieti di accesso, di transito e sensi unici così da ridurre i tempi di percorrenza e diminuire i tempi di collegamento tra i punti della città sia per mezzi pubblici sia per pochi mezzi privati che ancora circoleranno.

Conseguiti i risultati di questa politica di conversione delle abitudini di mobilità, la modificherà sostanzialmente il suo paradigma, rispondendo al principio che considera il territorio per quello che è: un bene comune, indivisibile di cui ognuno deve poterne beneficiare senza precluderlo agli altri.

E ci potremo arrivare grazie a:

1) Ampliamento di Area C fino alla prima circonvallazione ma con criteri che la rendano realmente Car free e non dipendente dal pagamento di una tassa ma disponibile, con una progressione temporale definita, esclusivamente al traffico con auto e moto elettriche. 2) Il recupero e il mantenimento a verde di tutte le aree sui marciapiedi attualmente occupati da parcheggi illegali ma tacitamente consentiti e anche di tutte quelle aree libere di connessione tra i diversi lotti edificati con una accelerazione del progetto “adotta il verde pubblico” che ha dato ottimi risultati. 3) Gli Incentivi alla mobilità elettrica con reali sussidi e investimenti a favore della trasformazione del parco auto circolante in città. 4) La chiusura al traffico di tutte le aree ad alta presenza commerciale e di quelle in prossimità di tutte le scuole e poli di istruzione secondo un programma di progressiva pedonalizzazione della città. 5) La rivalutazione della gratuità dei mezzi pubblici, attraverso la detrazione di quanto speso per abbonamenti o biglietti, dai tributi dovuti alle Amministrazioni metropolitane cosi da premiarne il maggior utilizzo e anche di una revisione delle facilitazioni e gratuità non più per fasce di età ma secondo il principio dei reali bisogni e delle reali possibilità economiche (ISEE) 6) La previsione della gratuità del servizio di bike sharing privato e pubblico (ATM) durante le fasce orarie giornaliere destinate agli spostamenti casa /lavoro o casa/scuola.

Nella #Milanochevorrei lo spazio pubblico, e non solo, saranno destinati a vivere, incontrare, conoscere e non a guidare, posteggiare, stare in coda.


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